MARIA NOVELLA DEL SIGNORE

Grazia di un mondo disordinato.
David Thorp

Maria Novella Del Signore esplora progressivamente un’interpretazione immaginaria del mondo fenomenico. Le sue installazioni di grandi dimensioni attraggono lo spettatore in un regno sensuale dove il suono e la luce convergono in una loro associazione che crea un contesto per la scultura posta nella galleria. La scultura di Del Signore raramente esiste si trova isolata in uno stato che sottolinei la sua condizione di ‘oggetto’. Nel passato ella si è concentrata nell’esplorare la possibilità di usare il vetro in un caso, o la ceramica, per esempio, in un altro, a volte insieme a specifiche tecnologie di illuminazione e movimento. Le sue installazioni più grandi funzionano quasi come allestimenti teatrali dove lo spettatore diventa attore, camminando attraverso una combinazione sfaccettata ed avvolgente di forme e suoni1. Il contatto che lo spettatore ha con la totalità del lavoro e la specificità dei materiali, anima il contesto ‘teatrale’ di ogni opera. In questi lavori Del Signore fa riferimento alla ricchezza di una fase storica in cui gli artisti erano profondamente interessati dall'effetto che un ambiente ‘totale’ avrebbe avuto sul pubblico, effetto stimolato da una possibilità di fusione tra la forma e l’idea in un'esperienza avvolgente. Un aspetto preponderante di ciascuno dei grandi environments di Del Signore (etichetta che si adatta meglio che installazione al suo medium) è basato sull’apprezzamento della bellezza della forma e la possibilità che un insieme di elementi possa creare un’esperienza di trascendenza al tempo stesso esaltante ed intrigante.

Nel corso della sua lunga carriera di artista, Del Signore si è confrontata con i principali sviluppi dell'arte sperimentale, in particolare nella sua nativa Italia, e il suo pensiero come artista è stato inevitabilmente influenzato da essi. Tuttavia, come persona sempre aperta alle influenze positive della cultura degli ultimi anni del ventesimo secolo, ella ha anche compreso e veramente sperimentato in prima persona il potere e la natura salvifica di quelle potentissime forze che hanno forgiato la cultura alternativa europea attraverso gli anni sessanta e settanta. La sua è stata una vita in cui la ricerca del possibile l’ha coinvolta non solo in un atteggiamento sperimentale verso l’arte ma in un’esperienza totalizzante che ha implicato specifiche scelte di vita che comprendevano quelle esperienze radicali che hanno cambiato volto alla cultura contemporanea di quegli anni. La tragedia dell'esperienza esistenziale nell’ america del dopoguerra aveva pervaso la sua espressione artistica di una forma d’arte totale, nella quale si affermava la sua autonomia nei confronti dell'influenza europea. E questo divenne il tema degli artisti ambientali. Kienholz, Oldenburg e, in misura minore, Rauschenberg nei loro environments e installazioni mostrano la somma di un’esperienza che è la quintessenza della modernità americana, liberatasi dell’eredità europea. In Europa, tuttavia, la sperimentazione aperta dell’ Arte Povera aveva creato una situazione di laboratorio dove gli artisti esploravano felicemente nuovi materiali e processi. Non venivano posti limiti per quanto riguardava l’adeguatezza dei materiali, e nozioni moderniste come la ‘verità dei materiali’ furono abbandonate insieme alle gerarchie legate al bronzo ed alla pietra; mentre gli artisti cercavano di liberare energie nascoste e forze primordiali nel loro lavoro.

Alla fine degli anni 70 Del Signore ha conosciuto il filosofo francese post-strutturalista Jean François Lyotard, attraverso un suo studente, che aveva intuito l’esistenza di una connessione tra il pensiero di Lyotard, che la realtà non possa essere rappresentata accuratamente dalle teorie razionalistiche, ed il lavoro che Del Signore stava producendo in quel periodo.
Quando si incontrarono Lyotard rilevò l’esitenza di un comune interesse ai concetti di disordine e di frammentazione, e scrisse un testo sul lavoro di Del Signore che commentava la relazione di tali concetti con un universo in espansione e una sua fondamentale instabilità. Concludendo:

Comme tous les artistes contemporaines qui ont une importance, comme Cage, comme Gertrude Stein, et comme les scientifiques, Del Signore expérimente aux limites du répresentable: elle cherche “l’inhumain” comme disait Apollinaire.2

In seguito Maria Novella Del Signore ha pensato che, insieme ad altre circostanze, quell’incontro avesse contribuito al suo graduale spostamento da una cultura “alternativa” verso una posizione più “centrale” e concettuale, cambiamento che le permise di dare piena forma al suo proposito di artista.

Come suggerisce Laura Vecere in un suo recente saggio su Del Signore, esiste una forte linea di derivazione che lega Del Signore ad una caratteristica fondamentale dell’arte contemporanea fatta da donne.

C’è una traccia di origine matrilineare che scorre dai culti ctoni dell’antichità attraverso una vena sotterranea che nessuna forma di patriarcato,,,, è mai stata capace di bloccare in modo permanente … Le sue ramificazioni sotterranee nutrono l’universo della consapevolezza femminile (e qui vale la pena fare riferimento brevemente alle variazioni su un tono simile sottinteso che emerge in vari modi nel lavoro delle donne artiste che, pur essendo molto lontane l’una dall’altra, nel tempo e nell’approccio, sono unite da questo filo, Ana Mendieta, Louise Bourgeois, Marina Abramovic, Kiki Smith, Mona Hatoum and Ghada Amer)…3

E’ immediatamente evidente che la messa in relazione di Del Signore con tale
elenco, colloca il suo lavoro all’interno di un’opera che è essenzialmente femminile e che sfida i valori di un mondo dell’arte dominato dagli uomini.
Come Del Signore, l’arista americana Eva Hesse ebbe un interesse specifico per l’intima identità dei materiali e fu pioniera nell’uso di molti di essi che fino ad
allora non erano stati considerati adeguati per foggiare opere artistiche. La scultura di Hesse, pur nella semplicità della sua forma si contrappose all’austerità del minimalismo storico e tuttavia ne apprende la lezione formale di un’estetica riduttiva che consente la liberazione del significato nell’arte, in quanto affrancata dal decorativo. E, pur riconoscendo ed assorbendo l’inevitabile influenza di artisti uomini di enorme successo in quel periodo, la sua arte stabilisce un postulato essenzialmente e chiaramente femminile. Del Signore ha parlato della tendenza anti-decorativa nel suo lavoro e del suo ‘minimalismo’. E’ dallo stesso minimalismo di Hesse, di fatto precursore di un nuovo post minimalismo, che il lavoro di Del Signore eventualmente procede.
Esistono strette analogie fra l’interesse di Hesse per il vissuto interiore, come fatto particolarmente femminile, con la ricerca artistica di Del Signore. Laura Vecere ha suggerito un legame fra le due artiste, incorporato nel concetto di indeterminazione proprio del lavoro di Del Signore. Ma lei stessa è andata oltre nello sviluppo della tendenza che Hesse aveva solo iniziato a rivelare. Il coinvolgimento teorico di Del Signore nell’intrico della “fisica del caos” apre la strada a una tematica più complessa.
In Senza titolo 1,2 e… otto malleabili pezzi di cera sono posti su due lastre di alluminio, quattro su ognuna, su una lastra le forme di cera hanno un leggero colore rosa carne, sull'altra sono di un blu pallido. La cera è un materiale che ha attratto ed affascinato Del Signore. A parte la sua malleabilità, ha un odore molto deciso e questi pezzi scolpiti con le mani trattengono l’immediatezza del tocco dell’artista. Afferrare e tenere in mano la cera calda mentre viene modellata per lasciarla andare solo alla fine, assomiglia giocosamente all’idea di qualcosa che viene liberato. Quando le sculture sono libere dalla stretta dell’artista sono in grado di rilasciare la loro intima natura.
Del Signore ritiene che ogni genere di fondamentalismo –coerenza– nell’arte, come in natura, sia un falso postulato. Per lei i processi del mondo fenomenico generano costantemente cambiamenti in modo incoesivo e vitale. Ella considera il suo compito di artista come quello di operare all’interno di questo caos fenomenologico, come parte di uno sforzo per scoprire la bellezza intrinseca che si manifesta come asserzione poetica sulla natura organica del mondo. Se la sua investigazione riveli o meno un'esperienza che può essere descritta come oggettivamente reale, ciò è deducibile dalla coincidenza del suo lavoro con una dimensione poetica della scienza.
Ci sono stati tentativi lungamente perseguiti dagli artisti, di unire queste due discipline apparentemente diverse che hanno caratterizzato molta arte del ventesimo secolo, uno sforzo che ha agito come fonte di motivazione per Del Signore quando stabilisce un collegamento fra scienza ed arte attraverso la poesia. Gli artisti dell’Arte Povera hanno messo da parte la teoria in favore di un approccio esplorativo nei confronti dei materiali e dei processi e, sebbene Del Signore abbia descritto la sua pratica come legata alle teorie della fisica, ella ha assorbito il loro modo di lavorare, utilizzando un vocabolario della materia in associazione sensibile con l’arte e la scienza che incorpora una risposta intuitiva e spontanea alla fisica. Del Signore ritiene che tale processo potrebbe contenere una sorta di ‘grazia’, qualità aperta a varie interpretazioni, l’eleganza della improvvisa soluzione corretta di un problema, l’evento fortuito che produce un risultato coerente, tutti elementi che possono essere parte del suo lavoro.
In un primo stadio della sua vita di artista, ha detto “io cerco il bello” esprimendo in questo postulato estremo una specie di definizione “ultimista” dell’esperienza.

L’intuizione e la consapevolezza costituiscono i due poli di supporto della pratica di Del Signore, atti che racchiudono un sistema di valori che informa la sua arte. Abedue rimandano alla sua posizione fenomenologica per cui la comprensione cosciente del contenuto non deve essere limitata dalle necessità della realtà oggettiva. Sollevando in tal modo un’interessante contraddizione fra le basi effettive per lo sviluppo scientifico ed i balzi immaginativi che fanno progredire l'arte, Del Signore ama sempre fare riferimento ad una continua progressione e movimento negli elementi e forme del suo lavoro. Nella sua serie più recente ella continua la sua esplorazione nella liberazione dell’energia nascosta nei materiali. Le gallerie del Museo di San Gimignano si susseguono in progressione ed ogni stanza, che varia di dimensioni e scala, è dedicata da Del Signore ad un lavoro diverso ed ogni lavoro ad una distinta combinazione di materiali. Al centro della mostra c’è l’installazione di Animal Earth. Questa opera complessa unisce molti degli elementi concettuali che caratterizzano il lavoro di Del Signore. E’ basata sulla nozione poetica che la terra stessa è un essere sensibile, e che il suolo sotto i nostri piedi vive e respira. Il coinvolgimento di lunga data di Del Signore nei confronti dei problemi ecologici ed ambientali si presta chiaramente all’idea che, come esseri umani, condividiamo qualcosa di vitale con la terra che ci sostiene. Non solo le nostre azioni influenzano il benessere della terra, ma nello spazio creativo che Del Signore ha stabilito, viviamo effettivamente in un tale rapporto simbiotico con essa tanto da sperimentare lo stesso senso dell’esistenza. La sostanza materiale, in questo caso, il carbonato di calcio, sembra respirare costantemente mentre, nel mondo di risposte poetiche di Del Signore, il minerale e l’organico diventano uno. Le formazioni coralline sono composte da carbonato di calcio depositato da animali e piante e Del Signore parla dell’influenza che la spiegazione di Charles Darwin sui modelli di sviluppo delle barriere coralline ha avuto sul suo pensiero, in particolare sulla sua percezione che una bella forma eguagli la verità scientifica. Secondo l’opinione di Del Signore la verità fenomenologica obiettiva si manifesta in una condizione estetica primaria. Ognuno dei dodici pezzi che costituiscono il lavoro completo giace piatto sul pavimento della galleria, dodici vassoi giganti di materia mobile. All’interno di ciascun vassoio di carbonato di calcio scorrono molti tubi capillari, come un paziente prono in un letto di ospedale, la terra è nutrita, allevata, aiutata a guarire poiché questo input crea respiro ed alimenta la vita in essa. La terra si muove e mentre lo fa, la sua morbida bianca superficie pulsa. Questa pulsazione modifica lentamente la superficie di ogni vassoio mentre, gradualmente, essi cominciano ad assomigliare a un terreno ondulato, a colline e valli microcosmiche che rappresentano una vastità simbolica che chiunque abbia volato sulle terre desolate innevate della Siberia potrà riconoscere guardando in basso attraverso le infinite distese di terre disabitate.

Benché una formale coerenza non può essere assunta nel lavoro di Del Signore, c’è una consistenza estetica che scorre da un capo all’altro ma, come si può arguire, è lì dove la coesione finisce. La spontaneità resta il modus operandi della pratica di Del Signore. Il suo lavoro nasce dall’imprevisto e dall’intuitivo. Come le formazioni coralline continuano a salire verso la luce solare anche quando la roccia fresca affonda, così l’arte di Maria Novella Del Signore scorre verso significati frammentati e complessi, risposte di grazia espressiva ad un mondo incoerente.

1. Soundtrack composta da Tommaso Del Signore.
2. Laura Vecere, Firenze, 17 giugno 2006, And Living is So Very Close to Dying, pubblicato nel Catalogo “Some Bodies Memories”, S. Croce sull’Arno (Pisa), 2006.
3. Robert Hughes, American Visions: The Epic History of Art in America, 1999.